Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Liceo Scientifico Vitruvio Pollione – Avezzano

E-sport: tra tecnologia e sport, un universo dietro un videogioco – Classe 1°O

Tutti durante questa quarantena sono stati costretti a trascorrere molto più tempo a casa e di conseguenza era fondamentale trovare nuovi passatempi e hobby per ingannare il proprio tempo.

Naturalmente moltissimi si sono ritrovati a giocare ai videogiochi su pc, console, smartphone… La domanda sorge spontanea: c’è differenza tra la classica attività fisica e quella videoludica?

Ovviamente una differenza sostanziale esiste e la classe 1°O (indirizzo sportivo) insieme alla docente Emi Di Stefano si è impegnata a chiarirla a tutti quanti noi attraverso un coinvolgente laboratorio incentrato sulla tematica dell’E-sport.

Gli E-sport sono, come ci ricordano i ragazzi, competizioni realizzate su dispositivi elettronici tra giocatori o tra un giocatore e il software. Questi, malgrado i numerosissimi pareri discordanti, possono essere a tutti gli effetti considerati come dei veri e propri sport.

Dietro il videogioco, infatti, non c’è solo un joystick e uno schermo, ma tutto un mondo che attraverso questo laboratorio andremo ad esplorare. Vi consigliamo pertanto di andarlo a visitare poiché da esso potrete non soltanto assimilare nuove conoscenze, ma anche ampliare i vostri orizzonti sul mondo sportivo considerando come atleta anche il cyber-player.

Cerchiamo adesso di capire come è nato tutto questo e in che modo, in così pochi anni, ha raggiunto tanti consensi, quante disapprovazioni.  Inizialmente si trattava di competizioni di nicchia a cui partecipavano solo pochi appassionati, ma ora sono diventati dei veri e propri festival, durante i quali si riuniscono persone con gli stessi interessi per vedere i propri campioni giocare in queste sfide, pubblicizzate enormemente sia da sponsor sia da giornalisti. 

Tra i videogame più in voga al momento ricordiamo Street Fighter, Rocket League e Fifa; il successo guadagnato da questi è inimmaginabile, seguiti nel mondo da milioni e milioni di giocatori, hanno garantito un enorme guadagno a varie multinazionali riconosciute in tutto il globo come Microsoft o Riot Games. Ma in che modo questi possono essere considerati sport alla pari di quelli olimpionici?

Durante un’intervista di svariati anni fa presso il programma “Che tempo che fa”, presentato da Fabio Fazio, il presidente del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) Giovanni Malagò, alla domanda  relativa a un possibile accesso degli E-sport nei giochi olimpici, ha mostrato tutta la sua disapprovazione, si parlava infatti di una questione irrealizzabile. 

Sta di fatto, però, che negli ultimi anni, anche in seguito dell’emergenza Covid-19, l’argomento è stato rivalutato tanto che alcuni hanno proposto l’organizzazione di un torneo videoludico internazionale la cui visione potrà avvenire anche online, in modo da non mettere a repentaglio la propria salute. Probabilmente gli E-sport saranno gli sport del futuro; non dobbiamo però dimenticare che una sana attività fisica è fondamentale per ognuno di noi. Per fare le dovute riflessioni, traiamo spunto dalle parole di un giocatore virtuale dei nostri giorni “Giocare 3 ore al giorno ai videogiochi da professionista è ben diverso che passare tutta la giornata davanti ad un pc, non lo permetterei mai ai miei figli!” Da quanto detto comprendiamo che la cosa migliore da fare è trovare il giusto compromesso!

Per ampliare ancora di più le vostre conoscenze in merito alla tematica esposta, vi consigliamo di andare a visitare il laboratorio del 1°O. Grazie per la vostra attenzione!!

                                                                                                               Elisabetta Morgante & Raffaele Negri, 4°H

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Eppur si muove… scienza e conoscenza a confronto con negazionismo e complottismo – 5P

Il complottismo, ovvero la tendenza a vedere piani malvagi dietro i grandi eventi della storia, è sempre esistito. Tuttavia negli ultimi anni, con la diffusione dei social media, il fenomeno si è intensificato e i seguaci delle teorie del complotto hanno acquistato sempre maggiore visibilità. 

Tra le più illustri vittime di complottismo e fondamentalismo religioso c’è sicuramente il celebre scienziato Galileo Galilei, costretto all’abiura poiché la sua teoria eliocentrica minacciava la credibilità della potente Chiesa cattolica; la visione geocentrica è stata ufficialmente rifiutata dalla Chiesa solo nel 1992. 

Ricordiamo, inoltre, che per aver proposto la stessa teoria alcuni secoli prima venne uccisa anche l’astronoma greca Ipazia mentre un altro importante scienziato, Charles Darwin, venne fortemente ostaggiato dal mondo religioso per aver smentito il creazionismo con le sue tesi sull’evoluzione.

Partendo da Ipazia fino ai giorni nostri, il laboratorio della classe 5P, coordinato dal prof. S. Di Profio, fornisce un’ampia visuale su quelli che sono stati i maggiori casi si complottismo e negazionismo della storia e si propone anche di smentire tali congetture. 

Tra i vari esempi ricordiamo la teoria secondo cui l’allunaggio non sarebbe mai avvenuto e il video che mostra gli astronauti dell’Apollo 11 sulla superficie lunare sarebbe stato girato in appositi set cinematografici dagli americani solo per guadagnare un vantaggio sui rivali russi. 

A supporto di queste idee i complottisti portano tre argomenti: la bandiera in foto sventola quando dovrebbe restare ferma, non c’è nessun cratere che provi l’impatto sul punto d’atterraggio e infine il fatto che Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna, è stato ripreso da una telecamera che evidentemente era retta da qualcun altro, come su un set. Con grande professionalità i ragazzi hanno spiegato come sono andate in realtà le cose; per saperne di più, e per scoprire anche molte altre assurde teorie, non vi resta che fare un salto nel loro laboratorio! 

I ragazzi della classe si sono infine soffermati sul tema dei vaccini e della medicina, temi che recentemente hanno occupato la maggior parte delle nostre giornate a causa del Covid-19. I no-vax sono il soggetto principale di questa riflessione: questi individui ritengono che i vaccini siano un forte pericolo per la società tanto da scendere in piazza per esporre la propria ideologia. Fra questi c’è anche l’ex-medico Wakefield che ha correlato, senza alcuna prova scientifica, i vaccini con l’autismo, motivo per cui è stato radiato dall’albo. Ora è uno dei maggiori attivisti di questa corrente. 

La domanda che nasce spontanea a questo punto è: “Come fanno a curarsi le persone anti-vaccini?” Previdentemente, la classe ha preparato la risposta a questa domanda: l’omeopatia . Questa pseudoscienza sostiene di poter curare le malattie seguendo la cosiddetta “teoria dei simili” (introducendo nel corpo una sostanza che causa sensazioni analoghe a quelle del malanno) e con la diluizione in acqua di un principio omeopatico; di fatto alla fine ci si ritrova ad ingerire semplicemente acqua zuccherata (effetto placebo).

L’approfondita riflessione proposta nel laboratorio, oltre che interessantissima e ben strutturata, è più che mai attuale considerando la situazione che stiamo vivendo; perché davanti alla presunzione degli ignoranti possiamo sempre avere il coraggio di dire “eppur si muove”.

Angelica De Sanctis e Alessia Bianchini

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GENERAZIONE COVID – Noi, 15 anni, e la pandemia – 2H

La situazione pandemica globale dovuta al Covid-19, purtroppo, impedisce ancora la didattica in presenza e pone grossi limiti alla socialità di noi adolescenti, costringendoci a trovare nuovi modi di incontrarci, studiare e divertirci. Quest’anno anche la Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica, uno degli eventi più attesi e sentiti nella comunità locale, si svolge per la prima volta in una modalità inedita, tutta in digitale. 

La classe 2H, nel laboratorio “Generazione Covid – Noi, 15 anni, e la pandemia”, propone una serie di interessanti riflessioni su quanto è successo negli ultimi dodici mesi e su come si prospetta il nostro futuro. 

Il video del progetto, realizzato dai ragazzi con la supervisione della professoressa A. Capuzza, inizia con una breve ma esauriente presentazione del Covid-19: cos’è, com’è fatto, come si trasmette, i test per individuarlo e la situazione dei vaccini anti-coronavirus. 

In un parallelismo molto ben riuscito, il racconto della pandemia è stato collegato al film del 2007 “Io sono leggenda”, con protagonista Will Smith, che racconta la storia di un medico sopravvissuto ad una terribile epidemia a causa della quale la popolazione è stata decimata.

Il discorso torna, in seguito, sulla situazione attuale ed in particolare sull’impatto che il virus ha avuto a livello sociale: abbiamo dovuto improvvisamente rinunciare a baci, abbracci e strette di mano, alla scuola, alle feste e ai viaggi, alla rassicurante vicinanza di amici e parenti. Questo nuovo modo di vivere si sta rivelando difficile per tutti, dai bambini agli anziani, e allo stesso tempo ci sta costringendo ad affrontare una paura innata nell’uomo, quella della solitudine, che a volte permette di riconnettersi con il proprio io ma altre volte non porta altro che dolore.

L’elaborato si sviluppa alternando l’analisi di situazioni che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e continuiamo a vivere ancora adesso (come i flash-mob dai balconi e la DAD) ad interessanti collegamenti con il mondo della musica e del cinema, con l’arte, la storia e con la letteratura. Tra questi, ad esempio, il racconto dell’epidemia di peste nel Decameron di Boccaccio, numerose opere di street art, la canzone “Better days” degli One Republic e la lettura di un passo dell’Apocalisse e della poesia “La malattia dell’olmo” (Vittorio Sereni) che rispettivamente aprono e chiudono l’elaborato.

I ragazzi hanno voluto lanciare anche un messaggio di speranza sia dal punto di vista scientifico, con la diffusione sempre maggiore dei vaccini, sia per quanto riguarda l’humanitas; l’auspicio è che una volta finita la pandemia il mondo non solo torni alla normalità, ma diventi anche migliore di com’era prima, grazie all’empatia e al rispetto verso il prossimo.

Alessia Bianchini e Angelica De Sanctis

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BASTA UN POCO DI ZUCCHERO (se è troppo può generare problemi) – 3S

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù!”, ci dice la cara Mary Poppins. “Sì, ma la glicemia potrebbe andare troppo su…”, obiettano i ragazzi del 3S nel loro laboratorio di educazione alla salute. A mio avviso l’educazione alimentare è un argomento di cui non si parla mai abbastanza a scuola, ma che il 3S è riuscito a trattare in modo ampio ed efficace.

Ovviamente, se si parla di alimentazione, gli argomenti trattabili sono tanti, ma in questo laboratorio ci si è soffermati sul tanto temuto ZUCCHERO!

Cos’è? Dove è contenuto? Perché ci piace così tanto? Quali sono i rischi di una scorretta assunzione?

I ragazzi ci accompagnano in un ricco percorso, partendo dalla sua analisi chimica: infatti quello che noi chiamiamo zucchero è più precisamente “glucosio”; passando per la fotosintesi clorofilliana, grazie alla quale viene prodotto il C6H12O6; per arrivare al fulcro del progetto, parlando degli alimenti in cui è contenuto zucchero e le conseguenze della sua assunzione.

Lo zucchero assunto giornalmente non dovrebbe superare il 10-15% dell’apporto calorico giornaliero, una quantità che potrebbe sembrarci notevole, ma che in realtà è facilmente oltrepassabile se consideriamo tutti gli zuccheri raffinati contenuti in merendine e cibi confezionati; infatti, come ci spiegano i ragazzi, dovremmo limitare il consumo di questi alimenti e preferire gli zuccheri semplici contenuti in pasta, pane, frutta, legumi e, soprattutto, leggere l’etichetta dei prodotti che acquistiamo al supermercato… quanti di voi si erano mai preoccupati di farlo?

Inoltre, il laboratorio è stato trattato così minuziosamente che non solo si è rimasti sul livello teorico, ma vi sono stati una serie di esperimenti e dimostrazioni; ad esempio hanno parlato di diabete, una delle principali malattie legate al glucosio, e ci hanno mostrato come possiamo misurarlo grazie ad uno strumento apposito.

Anche se ormai l’avrete capito, vorrei di nuovo sottolineare che i ragazzi hanno trattato l’argomento sotto moltissimi aspetti e donando molteplici spunti. Indubbiamente un lavoro da cui apprendere tanto e, soprattutto, scoprire cose utili per la nostra salute, che forse non abbiamo mai considerato importanti o che abbiamo sempre fatto nel modo sbagliato…

Una di queste potrebbe essere lavarsi i denti: siete proprio sicuri di farlo nel modo giusto?

Se la vostra risposta è NO, vi invito a dare un’occhiata al laboratorio dei ragazzi del 3S che vi chiariranno anche questo dubbio…

Alessia Maiocchi – 5A

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