Stai alla larga: covid-19 e fibrosi cistica – Classe 3°G

È appena iniziata la diciassettesima edizione della settimana della cultura scientifica e tecnologica del nostro liceo. Dopo un anno come il 2020 tanta era l’attesa e la voglia di poter finalmente creare insieme alla propria classe un laboratorio che potesse far distrarre le persone da quella che è ormai la quotidianità.

Il primo laboratorio che abbiamo visitato è stato realizzato dalla classe 3°G e tratta proprio del Covid-19 e di altre malattie come la fibrosi cistica e la polmonite interstiziale collegate proprio a questo virus.

Partendo dalla trama di un noto film “A un metro da te” hanno introdotto le cause e conseguenze della fibrosi cistica, di cui pochi conoscono veramente la gravità, soprattutto in un periodo delicato come questo. Questa è una malattia autosomica recessiva presente dalla nascita in quanto dovuta a una mutazione del gene CFTR. La fibrosi cistica colpisce le ghiandole esocrine, come quelle che producono muco e sudore. A pagare le conseguenze del loro malfunzionamento sono i polmoni, il pancreas, il fegato, l’intestino, i seni paranasali e l’apparato riproduttivo.

Non esistono cure del difetto di base della malattia, ma solamente terapie volte a contrastare l’evoluzione della malattia respiratoria, a correggere l’insufficienza pancreatica e a mantenere un buono stato nutrizionale.

L’evoluzione della malattia polmonare può essere contrastata attraverso programmi di fisioterapia respiratoria personalizzati in base all’età, alla gravità della forma di fibrosi cistica e alla collaborazione del paziente e della sua famiglia.

Durante la pandemia è stata evidenziata una relazione tra COVID-19 e fibrosi cistica ed è stato proprio questo l’argomento centrale del video.

Hanno deciso di informarci sulle cause, sui sintomi e sulle terapie del virus tra cui il vaccino che ad oggi sembra l’unica speranza per poter tornare ad una vita normale.

Infine hanno deciso di trattare la polmonite interstiziale dovuta proprio all’infezione da Covid 19 che può scatenare una risposta immunitaria esagerata che porta, sia a fenomeni di fibrosi interstiziale che di microembolia/trombosi dei vasi polmonari.

Il video è ben realizzato, le immagini accurate ed esplicative per rendere il messaggio ancor più chiaro.

La classe è stata accogliente e pronta a chiarire ogni dubbio sui temi trattati.

Un laboratorio utile per informare e far comprendere a tutti la gravità del Covid-19 e di altre malattie polmonari come la polmonite interstiziale che rendono il virus ancora più difficile da sconfiggere.

Asia De Angelis e Sveva Concia, 4B

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Mascherina: un piccolo scudo per vincere una guerra – Classe 3°F

Gli alunni del 3F hanno illustrato l’uso delle diverse mascherine, partendo dallo scienziato Wu Lien-teh il quale aveva studiato la diffusione della peste. In seguito hanno fatto vedere le diverse possibilità di contagio non portando la mascherina; inoltre hanno evidenziato come, all’inizio della pandemia, le mascherine non fossero in commercio e pertanto nacquero le mascherine di comunità, ovvero fatte in casa.

Necessaria però è la distanza interpersonale in quanto non tutte le mascherine riescono a garantirla. In effetti esistono diversi tipi di mascherine:

Mascherine chirurgiche, sono dispositivi medici monouso costituiti da una sovrapposizione di strati. Tuttavia non proteggono l’indossatore nei confronti di aerosol fini che potrebbero contenere particelle infettanti di piccolissime dimensioni, come virus;

FFP1, sono mascherine filtranti proteggono da polveri, fumi ed aerosol, ma non da vapori e gas. Non sono tuttavia, idonee per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea;

FFP2, sono mascherine monouso da utilizzare per un massimo di 7/8 ore consecutive: hanno un potere filtrante fino al 98% grazie alla presenza di più strati;

FFP3, proteggono anch’esse da polveri, fumo, aerosol, solidi e liquidi tossici e dannosi per la salute; filtrano almeno al 99% delle particelle;

KN95, vengono realizzate secondo standard cinesi per cui la certificazione avviene in maniera differente ed hanno un potere filtrante superiore al 95%;

N95, hanno certificazione americana e capacità filtrante del 95%.

Pertanto è di vitale importanza indossare la mascherina, affinchè, un domani torneremo a contaminarci di baci ,come suggeriscono i ragazzi del 3F!

Alessia Babbo e Comfort Di Genova, 4B

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“Il terzo dal Sole”

Il secondo giorno della diciassettesima edizione della nostra settimana scientifica è iniziato alle 9:30 con la conferenza “il terzo dal Sole” tenuta dal dott. Antonio Calfapietra. Il particolare titolo di questa conferenza ha portato noi ragazzi ad essere più curiosi nel partecipare all’incontro per capire l’argomento trattato. “Il terzo dal Sole” è il titolo di un racconto di Richard Matheson che riguarda la Terra, la quale è il terzo pianeta dal Sole.

Il dott. Calfapietra ci ha condotto in un viaggio che parte dal Big Bang fino alla nascita dell’uomo sul nostro pianeta. La prima fase che abbiamo esaminato è l’era di Planck e ci troviamo a 10^-43 secondi dopo il Big Bang, la quale è il brevissimo periodo tra la singolarità e l’era successiva. Dato questo periodo molto piccolo, come le distanze (inferiori alla lunghezza di Planck) questa era viene studiata dalla meccanica quantistica che si basa su una descrizione probabilistica dei fenomeni e sui quanti (grandezza elementare indivisibile). La seconda fase è un’era di grande unificazione e ci troviamo a 10^-36 secondi dopo il Big Bang. In questo momento le forze presenti erano quella elettromagnetica, elettronucleare debole, elettronucleare forte (tiene compatto il nucleo degli atomi) e quella gravitazionale. La terza fase è l’era dell’inflazione, 10^-35 – 10^-30 secondi, dove si ipotizza che dopo il Big Bang l’universo abbia subito una grande espansione con l’aumento di 10^30 volte il proprio raggio. Questa teoria è non confutabile, per essere controllabile scientificamente deve essere confutabile e deve essere possibile produrre un esperimento che la confuti, la sua inconfutabilità è un difetto ma le osservazioni del cosmo la rendono plausibile. La quarta fase è l’era della materia nella quale c’è il disaccoppiamento tra la materia e radiazioni, da quest’ultima si vanno a formare dei fotoni che creano la radiazione cosmica di fondo e dato che la loro energia si abbassa non sono più in grado di distruggere gli atomi perciò si cominciano a formare atomi di idrogeno ed elio con i quali non interagiscono i fotoni. Prima di questa fase l’universo era diventato buio (fase “dark age”) ma adesso comincia di nuovo a risplendere con le stelle.

Le stelle hanno un ciclo: nascono da un gas e si condensano per la forza di gravità, grazie alla fusione dei nuclei di idrogeno, si innescano le reazioni nucleari, c’è equilibrio tra la forza gravitazionale e nucleare e grazie a ciò la stella si stabilizza. A questo punto l’atomo cattura i neutroni e il nucleo si ingrandisce diventando instabile. Si creano atomi più pesanti per decadimento, la stella collassa su se stessa e termina il ciclo. Il ciclo può terminare in vari modi: < 1,44 masse solari diventa nana bianca, > 1,44 masse solari diventa stelle di neutroni, quando è ancora più grande diventa supernova (esplosione catastrofica).

Dopo le stelle si sono creati i pianeti e dopo di ciò arriva la vita: Homo Sapiens Sapiens, da una massa piccolissima si arriva all’uomo, essere in grado di pensare.

Il dott. Calfapietra ci ha trasmesso la sua passione per questi argomenti facendoci entrare in questa realtà tramite diversi canali. Diversi sono stati i suoi riferimenti all’arte, alla scrittura e alla cultura in generale come per esempio la relatività di Einstein e i quadri di Dalì… tutte informazioni utili per noi ragazzi del quinto in vista degli esami. In più ci ha allietato con brani musicali di alto livello come quello presente nel film “2001 Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick del 1968. Infine ci ha mostrato la nuova costellazione quella di Ofiuco mostrandoci i segni zodiacali “aggiornati”, e tu? Ti sei chiesto qual è il tuo segno con l’aggiunta di questa costellazione?

Con la sua dolcissima e apprezzatissima disponibilità ci ha salutato dopo averci lasciato nel nostro bagaglio culturale molte informazioni più che interessanti.

“ I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo. “ Ludwing Wittgenstein.

Sofia Bonaldi e Francesca Scatena, 5B

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Cause ed evidenze del cambiamento climatico globale: possibili strategie di mitigazione

“La crisi climatica è la più grande crisi che l’umanità si sia trovata ad affrontare, e se non facciamo niente ora, siamo rovinati. Ho pensato che da grande vorrò ripensare al passato e dire: ho fatto quel che potevo all’epoca e ho l’obbligo morale di fare tutto il possibile” Greta Thunberg

Queste sono le parole di una giovane attivista per il cambiamento climatico che da sempre si sente in dovere di lottare per la sua casa, la nostra casa, la Terra.

Questo è stato argomento di discussione anche nella conferenza di oggi, tenutasi con il professore di fisica dell’atmosfera e oceanografia Giovanni Pitari, che ha approfondito l’argomento della crisi climatica e ambientale.

Questo è un tema molto attuale quanto poco conosciuto. Sappiamo dell’innalzamento delle temperature, delle sue cause ed evidenze, ma conosciamo davvero i rischi che questa situazione porterà?

Il professore ha deciso di renderci partecipi di tale preoccupante tematica.

Prima di tutto, sappiamo da cosa è causata questa crisi e soprattutto come porne rimedio?

Alcuni gas presenti nell’atmosfera terrestre agiscono un po’ come delle serre: catturano il calore del sole impedendogli di ritornare nello spazio.

Molti di questi gas sono presenti in natura, ma l’attività dell’uomo aumenta le concentrazioni di alcuni di essi nell’atmosfera, in particolare: l’anidride carbonica, il metano, l’ossido di azoto, i gas fluorurati.

Una delle poche vere iniziative per la salvaguardia dell’ambiente è l’accordo di Parigi del 2015 nella quale si stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC e proseguendo con costanza per limitarlo a 1,5ºC.

Il professore inoltre ha voluto farci conoscere i Feedback che sono processi che fanno aumentare o diminuire drasticamente una fase iniziale. Quello che aumenta il riscaldamento iniziale è chiamato “feedback positivo”; quello che riduce un riscaldamento iniziale è invece un “feedback negativo”.

Un esempio di feedback positivo che il professore ha voluto illustrarci è un “classico”, ovvero quello che riguarda il ghiaccio-albedo. Infatti i ghiacci ad entrambi i poli si stanno riducendo sensibilmente, facendo sì che le acque superficiali non si mescolino con quelle profonde e ne consegue quindi un maggior immagazzinamento di energia termica nelle acque superficiali. La “catena” continua, perché meno ghiaccio vuol dire meno radiazione solare riflessa dai ghiacci, più calore assorbito dagli oceani e perciò il pianeta si riscalda in misura maggiore. Il problema dei ghiacciai è l’argomento di maggior discussione, che sta avvenendo ora ma che interesserà tutto il mondo anche nei prossimi 30 anni. La più grande paura degli scienziati ed attivisti è infatti proprio la possibilità che si inneschino meccanismi di feedback positivo in grado di rendere il cambiamento irreversibile come lo biogenico della CO2.

L’attivista Giovanni Pitari però non solo ci ha fatto aprire gli occhi e la mente verso una realtà che si deve cercare di evitare ma ci ha illustrato delle strategie di mitigazione. Ci ha spronato con ottimismo a fare del nostro meglio. Tutti noi, così come la giovane Greta Thunberg, dobbiamo sentirci in dovere di migliorare il luogo in cui viviamo e che da sempre è la “nostra casa”. Dovremmo cercare di salvaguardare le foreste, i ghiacciai, e tutto ciò che ci permette di vivere. Non si può ignorare la realtà e forse, solo quando l’uomo “affogherà” nel proprio egoismo, si accorgerà che forse avrebbe potuto fare qualcosa di più e che la concentrazioni dei gas, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento delle temperature non erano poi cose così futili. Il professore Giovanni Pitari ci ha fatto riflettere: la nostra casa è in fiamme e noi non ce ne stiamo accorgendo.

“Se il clima fosse una grande banca, i governi ricchi l’avrebbero già salvato”.

Asia De Angelis e Sveva Concia, 4B

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