Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica

Liceo Scientifico Vitruvio Pollione – Avezzano

La ricerca della felicità ai tempi del covid-19 – Classi 4°A e 4°B

Che cosa è la felicità?

Agli uomini accade di essere felici , sanno che cosa è la felicità ma non ne possiedono il concetto.

Questo è il tema che le classi 4°A e 4°B hanno deciso di affrontare nel loro video per la settimana della cultura scientifica e tecnologica di quest’anno, un anno molto particolare.

Gli alunni delle due classi hanno voluto descrivere, partendo da una normale lezione di storia, la solitudine che è ormai la quotidianità di ogni ragazzo, che si trova rinchiuso nelle mura della propria cameretta, vivendo nella speranza che un giorno possa tornare veramente a vivere, a vivere l’amicizia, l’amore e la scuola, temi presenti anche nel video stesso e che le due classi hanno deciso di sviluppare attraverso sette capitoli. Capitoli che raccontano una storia, la nostra storia, la storia di tutti i ragazzi che si sentono intrappolati in questa monotonia incessante e che non sembra avere fine.

Dunque che cosa è la felicità?

La felicità è un diritto, la libertà è premessa di felicità, e come può una persona senza essere libera essere felice?

Il video esprime in modo chiaro proprio questo concetto, la differenza fra la vita che prima conducevamo e quello che ad oggi non si può neanche più definire vivere.

Eravamo felici e non sapevamo di esserlo.

Nel video è presente una famosa frase di Jacques Prévert “Ho riconosciuto la felicità dal rumore che ha fatto andandosene” che ha l’intenzione di sintetizzare proprio questa nozione, come l’uomo sia talmente concentrato su cose frivole e sul ricercare quello che ancora non possiede, come la felicità, da non accorgersi di esserne già in possesso.

Il video è ben realizzato, ed esprime in modo impeccabile le sensazioni che hanno descritto questo anno diverso, come il vuoto, la solitudine, e la speranza che vengono ancor più risaltate dalla musica scelta e dalle immagini presenti nell’elaborato.

La speranza che si possa tornare il più presto possibile a ricondurre una vita semplicemente felice.

E voi siete mai stati felici?

Asia De Angelis e Sveva Concia, 4B

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Human (R)evolution – Classe 4°I

Durante il secondo giorno della settimana scientifica, abbiamo visitato il laboratorio della classe 4I, intitolato “Human (R)Evolution”.

I ragazzi hanno ricostruito la storia della nostra specie, attraverso l’osservazione comparata di modelli di crani, che rappresentano momenti particolarmente significativi del processo di ominazione.

Hanno preso in considerazione, alcune caratteristiche anatomiche che si sono modificate in modo più evidente dagli Australopitechi fino ad Homo Sapiens. Riguardo l’inizio del processo di ominazione, gli alunni ci hanno illustrato Lucy, la scimmia femmina appartenente agli Australopitechi ed inoltre hanno evidenziato come Lucy sia stata nominata in un brano dei Beatles, “Lucy in the sky with diamonds”.

In seguito, hanno presentato le diverse caratteristiche dei crani di ogni uomo fino ad arrivare all’uomo di Cro-Magnon. Prima di concludere la presentazione, i ragazzi ci hanno voluto mostrare gli elementi che distinguono un uomo da una donna, ovvero il cosiddetto “morfismo sessuale” che comprende: glabella, processo mastoideo, rilievi del piano nucale, processo zigomatico del temporale, mandibola, mento, arco sopraccigliare ed osso zigomatico.

I ragazzi sono stati molto eloquenti e chiari nella spiegazione, nonostante ci trovassimo a distanza; inoltre hanno cercato sin da subito di metterci a nostro agio. Se desiderate avere maggiori informazioni sulla nostra evoluzione, di certo questo laboratorio fa al caso vostro!

Alessia Babbo e Comfort Di Genova, 4B

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Striscia la chimica – 4°E

La classe IV E attraverso un interessantissimo documentario ci ha portato alla scoperta di sostanze purtroppo molto vicine a noi: le droghe. I ragazzi, cimentandosi nel ruolo di giornalisti, ci hanno portato alla scoperta di questo mondo partendo dagli usi antichi delle sostanze stupefacenti per arrivare ai danni che queste comportano.

Le droghe sono state sempre usate dall’uomo, sia in campo culinario che in campo farmaceutico, infatti etimologicamente la parola droga deriva dall’olandese “Droog” che significa “secco” in quanto questa era originariamente una pianta utilizzata in questi ambiti.

Anche l’uso della droga come stupefacente risale all’antichità, infatti l’uomo ha sempre ricercato sostanze che lo facessero sentire meglio fisicamente e psicologicamente. Queste sostanze sono ottenute principalmente dall’ essiccazione di alcune piante come il papavero, il tabacco, la canapa, il caffè, ma anche dalla fermentazione di alcuni frutti come l’uva. 

Fare uso di sostanze stupefacenti era considerato normale, specialmente per combattere malesseri fisici e durante i riti religiosi, in quanto avevano il potere di fare entrare in contatto l’uomo con la divinità. Dal 500 alcune droghe diventano principi attivi di alcuni farmaci.

Successivamente è stata fatta una classificazione delle droghe. Tra le sedative e antidepressive possiamo ricordare la morfina e l’eroina, la prima viene usata particolarmente in ambito medico solo se assunta con le giuste proporzioni, altrimenti può causare dipendenza e provocare pericolosi effetti fisici e psichici come la morte per arresto cardiaco o la depressione. L’eroina deriva dall’acetilazione della morfina, chi assume questa droga afferma di provare sensazioni molto piacevoli dopo pochi secondi dall’assunzione con la conseguente scomparsa di ansietà o depressione. 

Altri tipi di droghe sono quelle eccitanti e stimolanti tra le quali possiamo ricordare la cocaina e l’anfetamina; la cocaina ha origini naturali e a livello farmacologico agisce come anestetico locale, in chi ne abusa provoca sensazioni di euforia e sicurezza in se stessi, ma appena l’effetto svanisce ci si sente affaticati e depressi, con il bisogni di assumere altra cocaina. Questa sostanza provoca dimagrimento, perforazione del setto nasale, inquietudine costante, allucinazioni. L’anfetamina è ottenuta in laboratorio ed è un potente stimolante e da assuefazione, questa provoca gravi danni al sistema nervoso centrale, paranoie, disturbo della personalità, convulsioni. L’anfetamina può essere usata anche per migliorare le prestazioni fisiche, quindi per doping. 

Infine tra le sostanze allucinogene si possono individuare la marijuana e l’ecstasy. La prima è ottenuta dalle foglie della canapa indiana e viene fumata, questa sostanza provoca tachicardia, lesioni bronchiali, riduzione della fertilità, apatia, riduzione delle capacità cognitive. L’ecstasy è invece una droga sintetica e viene generalmente assunta insieme ad altre sostanze stimolanti, con questo mix l’effetto della droga viene aumentato. L’ecstasy ha effetto eccitante e allucinogeno e produce danni irreversibili all’organismo umano.

Nell’ultima parte del documentario sono state spiegate le ferite permanenti inflitte al sistema nervoso dalle sostanze stupefacenti. Questi danni sono spesso irreversibili soprattutto se le droghe vengono assunte in età giovane, in quanto il nostro cervello continua a svilupparsi fino ai 22 anni circa e l’assunzione di droghe prima di quest’età può comportare addirittura il blocco della sua crescita. Al giorno d’oggi attraverso la risonanza ad alta intensità è possibile quantificare i danni alla corteccia cerebrale. Le sostanze stupefacenti portano a diventarne dipendenti in quanto si basano sul meccanismo del piacere, con le sostanze psicotrope non c’è mai una riduzione del piacere e questo porta l’individuo ad una vera e propria ossessione e quindi dipendenza che può essere considerata a tutti gli effetti una malattia neurologica. 

Questo laboratorio ha una grande importanza soprattutto per la noi ragazzi perchè mette a conoscenza dei rischi a cui si va incontro facendo uso di droghe. Vi lasciamo con una frase di uno slogan che i ragazzi del IVE hanno riportato nel loro lavoro, sperano che vi faccia riflettere: “chi ti droga ti spegne”.

Bonaldi Sofia e Scatena Francesca, 5B

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Gli atomi al servizio della medicina: la diagnostica per immagini – Classe 4°G, Prof. B. Pruiti

In questo giorno di apertura dei laboratori del Liceo Scientifico Vitruvio Pollione di Avezzano, per la settimana scientifica, il 4°G ha deciso di soddisfare curiosità e dubbi riguardanti la diagnostica per immagini e l’uso di apparecchiature mediche che vengono usate ogni giorno.

In primis ha trattato della demografia assiale (TAC), una tecnica diagnostica che utilizza i raggi X per visualizzare dettagliatamente specifiche regioni del corpo, come il cervello e le ossa. La TAC è una procedura che solo il radiologo può eseguire e solo esso può interpretarne i risultati. Questa utilizza vari macchinari, come unità di scansione a forma di grande ciambella (Gantry), una sorgente radioattiva, un generatore e un lettino a disposizione del paziente che scorrerà all’interno della sorgente radioattiva, e infine, un sistema di registrazione dati (computer molto potente).

Grazie all’ottima qualità delle immagini, la TAC permette di studiare lo stato di salute degli organi interni, delle ossa, dei vasi sanguigni e dei linfonodi. Ma questa a cosa serve in particolare? È un valido supporto per l’individuazione di tumori, sia benigni che maligni, di malformazioni vascolari, di stati infiammatori, di metastasi o di ingrossamenti linfonodali.

Particolare è l’elevato rischio radioattivo, tanto che il dispositivo viene utilizzato solo in determinate condizioni: nei pazienti che hanno subito un trauma multiplo in più parti del corpo; per il sospetto di un tumore a un organo toracico-addominale o pelvico.

Quando un fascio di raggi x colpisce una parte del corpo, questi subiscono un’attenuazione che tanto sarà più sostanziosa tanto quanto la parte del corpo sarà densa. Grazie al fatto che i raggi X colpiscono la parte del corpo interessata in più angolazioni e che ci siano dei rilevatori specifici che captano questa differenza di attenuazione, la Tac riesce a fornire delle immagini tridimensionali.

La prima parte della procedura di Tac prevede: la risposta a un questionario relativo alla storia clinica del paziente; togliersi i vestiti per indossare un camice; privarsi di tutti gli eventuali gioielli e altri oggetti metallici; sottoporsi alla misurazione della pressione arteriosa e della temperatura corporea. Subito dopo il paziente viene posto sopra un lettino scorrevole, che servirà ad introdurlo nel Gantry. Al paziente vengono dati una coperta e dei tappi per le orecchie per attenuare l’ intenso rumore emesso dallo strumento. Normalmente la posizione da avere include l’estensione delle braccia dietro la testa. Durante la tac bisogna stare il più tempo possibile immobili in quanto anche un minimo movimento potrebbe compromettere il risultato veritiero dell’esame diagnostico.

La risonanza magnetica nucleare è una tecnica di indagine che serve per ottenere immagini dell’interno di oggetti o esseri viventi. Essa si basa su una tecnica che sfrutta l’assorbimento e la successiva riemissione di onde elettromagnetiche, cioè di radiazioni, da parte dei nuclei degli atomi, ed ha applicazioni in medicina ed in chimica.

I risultati acquisiti vengono successivamente esaminati tramite dei software appositi, capaci di ricostruire immagini tridimensionali.

La risonanza magnetica aperta è una variante della classica risonanza magnetica in cui al posto della canonica apparecchiatura cilindrica abbiamo uno strumento a forma di C che lascia maggior spazio di movimento e risulta meno “aggressivo”. La risonanza magnetica aperta va incontro alle esigenze degli individui che mal sopportano gli spazi specialmente chiusi. Ma, tuttavia, fornisce delle informazioni meno dettagliate e ciò la rende meno adatta allo studio di parti del corpo particolarmente complesse.

Successivamente i ragazzi ci hanno parlato della PET, presentata per la prima volta nell’ottobre del 1977, la quale è una metodica di diagnostica attraverso la quale è possibile individuare precocemente i tumori e di valutarne la dimensione e la localizzazione. Alla base della PET si trova il decadimento beta: se nel nucleo di un atomo sono presenti troppi protoni rispetto ai neutroni, l’atomo instabile decade attraverso l’emissione di particelle Beta positive. Un protone è convertito in neutrone più una particella Beta positiva, chiamata positrone, i quali hanno massa uguale agli elettroni, ma carica di segno opposto. Perdendo protone ed acquistando un elettrone, la massa atomica non cambia ma muta il numero atomico, il quale diminuisce di una unità.

Prima di eseguire la PET, è necessario il digiuno da cibi zuccherati da almeno sei ore, di astenersi dall’attività fisica intensa nelle ore precedenti ed è importante assumere abbondanti liquidi.

Il laboratorio è stato molto interessante. Consigliamo di vederlo proprio perché nonostante l’uso di termini tecnici, specifici del settore, è stato di forte impatto e molto utile anche per chi avrà intenzione di percorrere questa strada.

D’Agostino Carlotta, Mosca Maria, VB

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