Pensa al tuo corpo come un albero, alle cellule staminali come il seme da cui si origina la pianta e le sue radici. Il seme prima e l’apparato radicale poi, forniscono gli elementi da cui si formeranno tutte le parti di cui è fatto l’albero: i rami, le foglie, i fiori e i frutti.
Per poter rispondere a tutte le tue perplessità, la classe 3H ha intervistato il Dottore Pietro Merli, responsabile di trapianto emopoietico e terapie cellulari del Bambin Gesù. Merli prende parte al team guidato dal Professor Locatelli, con il quale è previsto un incontro il 26 Marzo 2021. E’ stata questa, la ‘’chiusura’’ del cerchio non prevista, un evento inaspettato che premia l’impegno e la dedizione dei ragazzi coinvolti nel progetto.
‘’Sono cellule uniche’’ afferma il Dottore, intervistato da un’alunna della classe 3H. ‘’Hanno due proprietà fondamentali’’ aggiunge, ‘’ innanzitutto continuano a dividersi e a rinnovarsi, in secondo luogo possono differenziarsi e dare origine a una nuova serie di cellule specializzate’’.
Le cellule staminali sono cellule “madri”, di cui non è ancora definita la funzione all’interno dell’organismo. Queste rimangono immature, finché non interviene uno stimolo che le induce a differenziarsi in cellule specializzate per adempiere ad una specifica funzione (diventare organi o tessuti).
L’obiettivo di questo splendido laboratorio, non è solo quello di creare informazione riguardo un argomento ancora poco conosciuto, ma anche quello di sensibilizzare riguardo la donazione di cellule staminali che potrebbe salvare la vita a migliaia di persone. E tu cosa aspetti?
Corri a visitare il laboratorio ‘’Stem cells: the future’’ e scopri i mille segreti di questa ‘’medicina avveniristica’’ capace di trovare una terapia risolutiva per malattie apparentemente incurabili.
Negli ultimi anni, con l’affermarsi di una sempre maggiore coscienza ambientale, espressioni come “energie rinnovabili”, “sviluppo sostenibile” e “salvaguardia degli ecosistemi” sono entrate a far parte della nostra quotidianità.
Abbiamo imparato a conoscere diversi tipi di energia pulita: solare, eolica, geotermica, idrica… ma non finiscono qui: nel loro laboratorio, i ragazzi della classe 5I, coordinati dalla professoressa Paola Babbo, hanno stupito i visitatori proponendo un modo decisamente insolito per produrre energia elettrica in modo green. Come? Con le patate, naturalmente! Molti vegetali infatti, essendo ricchi di succo, possono comportarsi da ponti salini e funzionare come delle batterie: limoni, mele, arance e, ovviamente… patate.
Visitando il laboratorio, è possibile assistere alla realizzazione di un circuito alimentato da una “patabatteria” e scoprire tutto quello che serve per replicare l’esperimento a casa: il divertimento è assicurato!
Ma le potenzialità delle patate non finiscono qui: un altro interessantissimo aspetto che i ragazzi hanno illustrato è quello della produzione di carburanti a base di bioetanolo, ovvero l’alcol ottenuto dalla fermentazione di questi tuberi: si tratta di un’ottima alternativa ecologica ai carburanti tradizionali.
Il discorso è inserito nel contesto più ampio dell’Agenda 2030, in particolare del Goal 7, che si propone di garantire a tutti energia pulita e accessibile. Le batterie realizzate con le patate, infatti, potrebbero rappresentare una fonte di energia ecologica, a basso costo e relativamente di facile accesso per tutte quelle zone del mondo dove la qualità della vita è bassissima a causa della mancanza dell’elettricità; per la realizzazione dei circuiti si potrebbero usare, inoltre, le patate recuperate dagli scarti dei ristoranti o dei negozi contribuendo così a ridurre gli sprechi alimentari.
Nel complesso, il laboratorio del 5I riesce a divertire i più piccoli suscitando il loro interesse con l’esperimento pratico ed entusiasmante del circuito e con una presentazione simpatica e accattivante, e allo stesso tempo apre a riflessioni importanti sul tema dell’ecologia e sul futuro del nostro pianeta.
Il laboratorio del 3°Q ci accoglie con un video in cui Alice, una ragazza della nostra età, decide di mangiare con un regime alimentare più sano e cerca di non cadere in tentazione quando, entrando in un supermercato, rifiuta di mettere nel carrello cibo spazzatura, rendendosi conto che snack poco salutari comprometterebbero la sua salute.
L’alimentazione è alla base della nostra vita, è la chiave per un regime di vita più sano ed equilibrato, nonché uno dei fattori più importanti per mantenere una qualità buona della vita. Negli ultimi anni il nostro rapporto con il cibo è cambiato: sia in ambito qualitativo che quantitativo. In modo particolare, si è diffuso specialmente tra i giovani, l’utilizzo di alcool (molto calorico), inteso come strumento di socializzazione e popolarità, tanto che il bere, al giorno d’oggi, è divenuto una consuetudine abitudinale.
L’alcol etilico viene trasformato nello stomaco e assorbito nell’intestino passando nel sangue e venendo eliminato dal fegato. L’effetto alcolico dipende soprattutto dalla quantità di bevanda assunta, dalla gradazione alcolica, dal digiuno prima del bere e dalle caratteristiche dell’organismo. Il nostro organismo è in grado di sopportare certe quantità di alcool, e un uso ponderato può stimolare l’appetito o favorire la digestione. L’abuso alcolico crea, invece, squilibri nutrizionali, dipendenza e tossicità. Gli organi che più vengono colpiti sono il fegato e il sistema nervoso (questo viene assimilato dal sangue, m passando poi al fegato che ha il compito di smaltirlo e in casi molto gravi potrebbe passare le membrane cellulari e provocare lesioni. ).
È ovvio che l’alcol è sconsigliabile in generale per chi ne fa uso abbondante, ma totalmente dannoso per bambini e adolescenti, per donne durante una gravidanza e l’allattamento, per persone che assumono farmaci o persone che devono porsi alla guida.
L’alcol può essere considerato al pari di una droga, ma anche la sostanza d’abuso più diffusa.
La domanda più quotata è: cosa succede quando si è ubriachi? Quando lo si è, l’alcol raggiunge il cervello, provocando un iniziale euforia, ma se assunto in grandissime quantità può produrre anche effetti più gravi. Quando l’alcol si riversa sull’umore significa che provoca danni al cervello, in particolare sugli ioni di membrana, inibendo i recettori per i neurotrasmettitori eccitatori, mentre potenza quelli dei neurotrasmettitori inibitori.
Il grado alcolico di una bevanda indica i ml di alcol contenuti in 100ml di bevanda:
ml di alcol =
In questo ambito si parla anche spesso di distillazione, ovvero quella pratica che separa una sostanza da un’altra, portando un liquido allo stato di vapore e ricondensandolo. Il distillato si ottiene con la separazione dell’acqua dall’alcol. Questo processo avviene sfruttando le diverse temperature di evaporazione dei liquidi.
Nonostante l’alcol sia una sostanza legale, è capaci di indurre tolleranza e dipendenza al pari di altre sostanze in quanto questo agisce sia a livello fisico che psichico. L’assunzione di alcol altera la capacità di giudizio e rallenta i riflessi e può essere un fattore di rischio per la salute. Questo provoca dei sintomi che in genere virgola dopo un iniziale euforia e partirà dei freni inibitori si va prossimamente incontro riduzione della visione laterale. Perdita di equilibrio, difficoltà motorie, nausea confusione. Quantità eccessive di alcool possono portare addirittura al coma e alla morte
Ultra danneggiare il corpo umano l’alcol può provocare delle malattie come tumori alla lingua, alla faringe virgola e alla laringe, esofago, fegato, mammella e colon.
Il 3°Q, affrontando approfonditamente in tutti i settori il tema alcolico, ha ricordato e portato alla luce problematiche che affliggono ragazzi della nostra età, che così giovani presentano problemi e dipendenze del genere.
La classe IV E attraverso un interessantissimo documentario ci ha portato alla scoperta di sostanze purtroppo molto vicine a noi: le droghe. I ragazzi, cimentandosi nel ruolo di giornalisti, ci hanno portato alla scoperta di questo mondo partendo dagli usi antichi delle sostanze stupefacenti per arrivare ai danni che queste comportano.
Le droghe sono state sempre usate dall’uomo, sia in campo culinario che in campo farmaceutico, infatti etimologicamente la parola droga deriva dall’olandese “Droog” che significa “secco” in quanto questa era originariamente una pianta utilizzata in questi ambiti.
Anche l’uso della droga come stupefacente risale all’antichità, infatti l’uomo ha sempre ricercato sostanze che lo facessero sentire meglio fisicamente e psicologicamente. Queste sostanze sono ottenute principalmente dall’ essiccazione di alcune piante come il papavero, il tabacco, la canapa, il caffè, ma anche dalla fermentazione di alcuni frutti come l’uva.
Fare uso di sostanze stupefacenti era considerato normale, specialmente per combattere malesseri fisici e durante i riti religiosi, in quanto avevano il potere di fare entrare in contatto l’uomo con la divinità. Dal 500 alcune droghe diventano principi attivi di alcuni farmaci.
Successivamente è stata fatta una classificazione delle droghe. Tra le sedative e antidepressive possiamo ricordare la morfina e l’eroina, la prima viene usata particolarmente in ambito medico solo se assunta con le giuste proporzioni, altrimenti può causare dipendenza e provocare pericolosi effetti fisici e psichici come la morte per arresto cardiaco o la depressione. L’eroina deriva dall’acetilazione della morfina, chi assume questa droga afferma di provare sensazioni molto piacevoli dopo pochi secondi dall’assunzione con la conseguente scomparsa di ansietà o depressione.
Altri tipi di droghe sono quelle eccitanti e stimolanti tra le quali possiamo ricordare la cocaina e l’anfetamina; la cocaina ha origini naturali e a livello farmacologico agisce come anestetico locale, in chi ne abusa provoca sensazioni di euforia e sicurezza in se stessi, ma appena l’effetto svanisce ci si sente affaticati e depressi, con il bisogni di assumere altra cocaina. Questa sostanza provoca dimagrimento, perforazione del setto nasale, inquietudine costante, allucinazioni. L’anfetamina è ottenuta in laboratorio ed è un potente stimolante e da assuefazione, questa provoca gravi danni al sistema nervoso centrale, paranoie, disturbo della personalità, convulsioni. L’anfetamina può essere usata anche per migliorare le prestazioni fisiche, quindi per doping.
Infine tra le sostanze allucinogene si possono individuare la marijuana e l’ecstasy. La prima è ottenuta dalle foglie della canapa indiana e viene fumata, questa sostanza provoca tachicardia, lesioni bronchiali, riduzione della fertilità, apatia, riduzione delle capacità cognitive. L’ecstasy è invece una droga sintetica e viene generalmente assunta insieme ad altre sostanze stimolanti, con questo mix l’effetto della droga viene aumentato. L’ecstasy ha effetto eccitante e allucinogeno e produce danni irreversibili all’organismo umano.
Nell’ultima parte del documentario sono state spiegate le ferite permanenti inflitte al sistema nervoso dalle sostanze stupefacenti. Questi danni sono spesso irreversibili soprattutto se le droghe vengono assunte in età giovane, in quanto il nostro cervello continua a svilupparsi fino ai 22 anni circa e l’assunzione di droghe prima di quest’età può comportare addirittura il blocco della sua crescita. Al giorno d’oggi attraverso la risonanza ad alta intensità è possibile quantificare i danni alla corteccia cerebrale. Le sostanze stupefacenti portano a diventarne dipendenti in quanto si basano sul meccanismo del piacere, con le sostanze psicotrope non c’è mai una riduzione del piacere e questo porta l’individuo ad una vera e propria ossessione e quindi dipendenza che può essere considerata a tutti gli effetti una malattia neurologica.
Questo laboratorio ha una grande importanza soprattutto per la noi ragazzi perchè mette a conoscenza dei rischi a cui si va incontro facendo uso di droghe. Vi lasciamo con una frase di uno slogan che i ragazzi del IVE hanno riportato nel loro lavoro, sperano che vi faccia riflettere: “chi ti droga ti spegne”.
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